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Posted inVendere casa a Roma

Imposta di registro sulla prima casa: come funziona e come si calcola

 

Acquistare la prima casa è un passo importante nella vita di molte persone. Oltre alle questioni pratiche e burocratiche, è fondamentale conoscere le imposte da pagare al momento del rogito notarile. Tra queste, una delle più rilevanti è l’imposta di registro.
In questo articolo spieghiamo cos’è, come funziona e come si calcola l’imposta di registro sulla prima casa, con esempi pratici e chiarimenti sui requisiti per accedere alle agevolazioni.

 


 

Cos’è l’imposta di registro

 

L’imposta di registro è una tassa che si paga allo Stato quando si registra un atto presso l’Agenzia delle Entrate. Nel caso dell’acquisto di un immobile, il notaio provvede a versarla per conto dell’acquirente al momento del rogito.
Il suo importo varia in base a chi vende l’immobile (privato o impresa) e alla destinazione d’uso (prima casa o seconda casa).


Come funziona per la prima casa

 

Chi acquista un immobile da destinare a abitazione principale può usufruire delle cosiddette agevolazioni “prima casa”, che permettono di pagare un’imposta di registro ridotta.

Requisiti per ottenere l’agevolazione

 

Per beneficiare delle agevolazioni prima casa è necessario che:

  1. L’immobile si trovi nel Comune dove l’acquirente ha o stabilirà la residenza entro 18 mesi dal rogito.

  2. L’acquirente non sia titolare (né esclusivo né in comunione con il coniuge) di altra abitazione acquistata con agevolazioni prima casa su tutto il territorio nazionale.

  3. L’acquirente non possieda altri immobili abitativi nel Comune in cui si trova la nuova casa.

 


 

Come si calcola l’imposta di registro

 

L’imposta di registro sulla prima casa si calcola in percentuale sul valore catastale dell’immobile, non sul prezzo di vendita dichiarato, se l’acquisto avviene tra privati.
Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5% per un coefficiente fisso di 115,5.

🔹 Formula di calcolo

 

Valore catastale = Rendita catastale × 1,05 × 115,5

L’imposta di registro agevolata è pari al 2% del valore catastale, con un minimo di 1.000 euro.

Esempio pratico

  • Rendita catastale: € 600

  • Valore catastale: 600 × 1,05 × 115,5 = € 72.765

  • Imposta di registro (2%): € 1.455,30

Oltre all’imposta di registro, si versano anche:

  • Imposta ipotecaria: € 50

  • Imposta catastale: € 50

Totale imposte da versare al rogito: € 1.555,30


Acquisto da impresa costruttrice: IVA o imposta di registro?

 

Se l’acquisto avviene da un’impresa costruttrice entro 5 anni dalla fine lavori, l’operazione è soggetta a IVA, e non si applica l’imposta di registro in percentuale.

In questo caso:

  • IVA agevolata 4% (prima casa)

  • Imposta di registro fissa: € 200

  • Imposta ipotecaria: € 200

  • Imposta catastale: € 200

 


 

Cosa succede se si perdono i requisiti “prima casa”

 

Se, entro 5 anni dal rogito, si vende o dona la casa senza acquistarne un’altra con i requisiti “prima casa” entro un anno, si perdono le agevolazioni.
In tal caso, l’Agenzia delle Entrate richiederà:

  • la differenza d’imposta non pagata,

  • una sanzione del 30%,

  • e gli interessi di mora.

 


 

Conclusione

 

Conoscere nel dettaglio come funziona l’imposta di registro sulla prima casa è fondamentale per pianificare con attenzione l’acquisto di un immobile. Le agevolazioni fiscali possono far risparmiare migliaia di euro, ma è importante rispettare tutti i requisiti richiesti dalla legge.

Prima di firmare il rogito, è sempre consigliabile rivolgersi a un notaio o a un consulente fiscale per verificare la propria situazione e calcolare con precisione le imposte dovute.

 

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